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Alessio Bertoli

Attore
Regista
Formatore teatrale
Autore
Direttore artistico e organizzativo

Art director e copywriter

Nell'associazione:
mette in atto le sue competenze di libero professionista
segue le attività di comunicazione

Non si ha esatta traccia della sua data di nascita, se ne conosce solo il luogo: Asti che lascia nel 1978 per trasferirsi a Pavia. Dopo qualche esame superato alla facoltà di Medicina e Chirurgia si appassiona follemente alla Criminologia e alla Scienza del Comportamento diventandone un esperto. Negli anni ’80 frequenta per un anno il corso di Art Direction presso l’Istituto Europeo di Design a Milano e, l’anno seguente, è stagista presso una delle più importanti agenzie al mondo, la Livraghi,  Ogilvy & Mather . Di natura irrequieta, fonda due agenzie pubblicitarie a Pavia e a Novara. Si stufa del mondo dei “persuasori occulti” e ritorna al teatro, che ha iniziato a studiare dall’età di quattordici anni  fino al suo ritorno ad Asti nel 1992 dove inizia a collaborare per circa vent’anni, come freelance, con l’Associazione Arte & Tecnica diventandone “l’anima artistica”. Attore, regista, autore di diversi testi per il teatro e per il teatro ragazzi, di progetti e ideatore/responsabile di spazi culturali, formatore teatrale da 25 anni, organizzatore teatrale, direttore artistico di diverse rassegne e direttore da 25 anni di scuole di recitazione, da ultima Scuola di recitazione, “Teatralmente”fondata nel 2012. Dal 2012/2013 il Comune di Asti gli ha affidato la gestione, insieme al Teatro degli Acerbi, della prima Casa del Teatro Asti 1 (via Goltieri 1/A) e la direzione artistica, per il Comune di Asti, del Teatro Scuola  @N.E.T – AT Nuove Esperienze Teatrali.

Dal 2011 al 2015 ha organizzato il format estivo “LA CORTE” (contenitore artistico a 360°) da lui ideato.

 

 

Si è sempre sentito uno “spirito libero” e ha sempre lavorato come libero professionista. Ora, pur continuando il suo viaggio artistico personale, ha sentito la necessità di unire una serie di fidati, collaudati e seri professionisti in diversi ambiti e fondare con loro NIG.

 

ALESSIO BERTOLI: UNA VITA DEDICATA
ALLA CULTURA E AL TEATRO 
ha tracciato un bilancio sulla situazione del teatro a livello astigiano e d italiano
-luglio 2016-

Da tempo immemore una quantità impressionante di ragazzi e studenti sogna di calcare il palcoscenico, di recitare in un film e di raggiungere fama e fortuna, ma in molti non sanno da dove cominciare per realizzare i propri sogni di successo.

Ultimamente, infatti, sono stati pubblicati diversi articoli e servizi televisivi sulle difficoltà che aspiranti attori e attrici devono quotidianamente affrontare per tentare di avvicinarsi anche solo di un passo al mondo delle celebrità o semplicemente al lavoro vero e proprio: fra casting, “porte in faccia” e proposte indecenti, la vita non è certamente facile.

Ho deciso quindi di intervistare Alessio Bertoli, noto attore piemontese costantemente impegnato in spettacoli e rassegne teatrali, che è riuscito a trasformare una passione in lavoro, per chiedergli consigli e suggerimenti da parte di tutti i lettori di Controcampus che vorrebbero seguire le sue orme.

Morti. Viventi. Da “Rocky Horror Picture Show” a “Il fantasma dell’opera” per arrivare all’adattamento dal romanzo di Bret Easton Ellis “American Psycho”, l’horror passa dal grande schermo al teatro. 

Alessio Bertoli ed io abbiamo frequentato il Liceo insieme, una marea di anni fa. Era un ragazzo eclettico, di una simpatia travolgente e non ci voleva molto a dedurre che “da grande”avrebbe fatto l’attore.  Un ragazzo normale, Alessio, che non si è mai montato la testa, nemmeno a contatto con il mondo dello spettacolo e nonostante il successo ottenuto. Insegnante di teatro, attore, regista. Alessio Bertoli   vive ad Asti, dove cura molte attività legate al teatro e alla cultura.

Perché ha scelto di fare il regista-formatore?                                                           

Perché fin dal lontano 1994 ho capito l’importanza di portare il teatro nelle scuole o in spazi dove si richiedeva una formazione (anche il teatro come strumento per laboratori sulla disabilità ) . E poi perché è uno scambio: una crescita professionale mia ma anche umana, cercando di trasmettere a chi ascolta. Qualcosa che resta o ritrovi nel tempo. Raccontare, “insegnare” qualcosa, come il teatro che è difficilissimo da porgere deve necessariamente mettere a nudo anche te stesso davanti a chi ti ascolta e questo è stimolante e affascinante.

E’ soddisfatto degli studi che ha fatto?   

Asssolutamente si, ma non si smette mai di studiare. Non si arriva mai.

Le piace di più interpretare personaggi buoni o cattivi?    

Dipende. L’animo oscuro, i demoni che ci sono in ognuno di noi sono certamente più affascinanti. I cattivi sono personaggi più complessi. Anche se così cattivi non lo sono mai del tutto.

Quand’è che lo show comincia?       

Tutte le mattine, quando mi alzo e the show must go on!

Ha un sogno nel cassetto?    

Tutti hanno un sogno nel cassetto: l’importante è non lasciarlo chiuso per sempre. Forse aver scritto un romanzo…ma uscirà per la Guanda Editrice, dunque il cassetto si sta aprendo. 

Il luogo più strano dove ha recitato?     

 Al festival teatrale di Fenestrelle, nella fortezza, in fine estate.

Si è mai innamorato sulla scena?     

Dei personaggi si, di attrici no.

Quando finisce la finzione e quando inizia la reltà?

La finzione può finire appena terminato uno spettacolo. Oppure torni a casa e, lentamente esci da quella finzione e la realtà torna a macinarti con le sue aride ruote.

Una cosa di cui non potrebbe fare a meno?   

 Mio figlio, mia madre, il mio lavoro, il mio migliore Amico e la Magia.

Le è capitato di doversi aggrappare alle sue doti di attore nella vita reale, per sfuggire per esempio a una situazione sconveniente?

No, fuori dal mio lavoro affronto tutto come Alessio Bertoli, ma l’uomo.

Sopporta facilmente le critiche?  

Certamente più le critiche, se sono fatte con competenza, trasparenza e onestà intellettuale. Diffido degli elogi esagerati.

La prima cosa che prova o pensa quando inizia un suo spettacolo.

Salgo sul palcoscenico, sento le assi fredde e calde del palcoscenico, entro in un altro mondo.

L’ultima cosa che prova o pensa quando finisce un suo spettacolo. 

Elettricità. Adrenalina. Mi sento meglio, indipendentemente dallo spettacolo.

Qual’è la scenografia della sua vita? 

Credo alla mutazione del genere umano e alle continue trasformazioni e ricerche, dunque le scenografie sono in costante trasformazione.

Di che colore è il teatro?

 Un cerchio cromatico, assolutamente.

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