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LANDRU, L'AMANTE LETALE

LANDRU, L'AMANTE LETALE

Commedia musicale

di Alessio Bertoli 

 

Personaggi e interpreti:

Henri Désiré Landru: Alessio Bertoli

Pubblico Ministero Jean Godefroy: Lorenzo Martinelli

La cartomante: Marzia Grasso (soprano)

Un poliziotto: Ignazio De Simone (baritono)

Padre Ferrol : Luca Turso

Il boia: Stefano Stival

e con la partecipazione degli attori della Scuola di recitazione Teatralmente: Fiorenza Alineri, Massimo Allario, Roberto Amisano, Marco Arucci, Patrizia Drago, Valentina Giovara, Eleonora Giroldi, Gianfranco Granaglia, Paola Lugliè,  Manuela Pia, Beatrice Pozzi.

ORCHESTRA ALMA

diretta da Marlaena Kessick

Scenografia Ottavio Coffano

Sound Design Elena Maro

Stage Tecnico Scenografico Chiara Caruso,Sabrina Mugavero,Francesca Penna,Margherita Piubelli,Porcelli, Giada Tassone

Regia Alessio Bertoli

Event planner Loredana Bosio

Foto di scena Giancarlo GK Rocco

 

 

NOTE DI REGIA 

Lo spettacolo ha debuttato, in prima nazionale, il 12 novembre 2015,presso il Teatro Alfieri di Asti.

 

Prima guerra mondiale: Landru seduce, sposa e poi uccide 11 donne, dopo essersi fatto intestare i loro beni. Uno studio sarcastico del crimine come “pratica artigianale”, opposto al genocidio su scala industriale della guerra. Landru sguazza come un pesce nell’acqua della sua epoca. È un borghese perfetto: moglie, figli, governante. Ha buttato 11 donne in una stufa a legna, ma solo perché le circostanze glielo hanno consentito e perché questo gli semplificava le cose. Non mi piacciono le storie che cercano di ridimensionare un mito. Ma Landru è un mito o un uomo? Questa domanda diventa cruciale nel momento in cui si decide di fare uno spettacolo su un personaggio del genere. E nel nostro spettacolo ci sono entrambi, l’uomo trasformato in mito dall’opinione pubblica e dalla stampa dell’epoca ( ma non è poi ciò che accade anche oggi?!) e credo per la prima volta si assista alla metamorfosi del primo nel secondo. Nel riprendere la famosa vicenda di Landru, ho scelto di ribaltare completamente la prospettiva. L’omicida non è un mostro ma, anzi, ispira simpatia: questo porterà lo spettatore ad assumere il suo punto di vista, ad identificarsi con lui eleggendolo a baluardo contro la falsa moralità dell’opinione pubblica francese che, nell’occasione, è stata indotta dai governanti a concentrare la propria attenzione su questo fatto di cronaca nera e non sulle condizioni del trattato di pace, per evitare proteste. Da questa premessa  ci auguriamo di creare una commedia musicale piacevole e ironica, totalmente privo di quei particolari macabri che potrebbero turbare l’empatia con Landru, e soprattutto ricco di elementi grotteschi (la caratterizzazione di alcuni personaggi come la cartomante e alcune sue vittime), con la forza visiva della scenografia creata da Ottavio Coffano al centro della scena e l’interessante contaminazione con l’orchestra ALMA di Asti, il canto ( dal vivo in scena) e un intrigante e contemporaneo “tocco” di sound design curato da Elena Maro. Forse ho voluto ardire nel riprendere un personaggio immortalato da Chaplin in Monsieur Verdoux . Ho cercato anche di concentrare un racconto cosi torbido e farraginoso nell’atteggiamento disincantato, perplesso e incuriosito del protagonista. Lo spettacolo vuole farci condividere, un ragionevole divertimento, una vaga solidarietà. Vorremmo farvi uscire dal teatro affezionati a un dubbio assurdo, come i giurati di quel lontano 1921: e se Landru fosse stato innocente, se le undici donne fossero soltanto scomparse? Ma l’ultimo quadro, grazie all’ intrigante e contemporaneo monologo di chiusura del pubblico ministero, rivelerà la crudeltà di questo mondo, oggi come ieri, e  deve farci riflettere, tra le altre cose, sulla manipolazione delle informazioni da parte dei mezzi di comunicazione: “del resto si deve sempre creare un bisogno di sangue e di merce, in fondo non è la stessa cosa?”

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